In collaborazione con 

Danze spagnole

Anna Violetta Beschi – danzatrice
Giulio Tampalini – chitarra

MUSICHE DI MURCIA, AGUADO, RODRIGO, SANZ, ALBENIZ, TARREGA

25 ottobre, ore 20:30
Brescia, Chiesa di S. Cristo

Intero: 15€
Ridotto: 10€ (riservato agli under30 e agli over65)
Studenti: 5€ (Scuole di ogni ordine e grado)

È possibile acquistare i biglietti un’ora prima del concerto direttamente nel luogo dell’esecuzione.

L’accesso agli eventi sarà consentito fino alla massima capienza dei posti disponibili in sala o nel luogo dell’evento.

Santiago de Murcia (Madrid 1673 – Madrid 1739)
Prelude, Allegro e Toccata

Gaspar Sanz (Calanda, 4 aprile 1640 – Madrid, 1710)
Suite Española
I. Españoletas
II. Gallarda y Villano
III. Danza de las hachas
IV. Rujero y paradetas
V. Zarabanda al ayre español
VI. Passacalle de la caballerìa de Nàpoles
VII. Folias
VIII. La minoña de Cataluña
IX. Canarios

Isaac Albéniz (Camprodon 1860 – Cambo-les-Bains 1909)
Mallorca, Prelude Leyenda (Asturias)

Dionisio Aguado (Madrid 1784 – Madrid 1849)
Fandango variado op. 16

Joaquin Rodrigo (Sagunto 1901 – Madrid 1999)
Tres piezas españolas
I. Fandango
II. Passacaglia
III. Zapateado

Francisco Tarrega (Vila-real 1852 – Barcellona 1909)
Gran Jota de Concierto

La danza spagnola per chitarra è un’espressione artistica che abbraccia secoli di evoluzione musicale, portando con sé la passione, la vitalità e l’identità culturale della Spagna. Attraverso le opere dei maestri come Santiago de Murcia, Gaspar Sanz, Dionisio Aguado, Isaac Albéniz, Francisco Tarrega e Joaquín Rodrigo, possiamo intraprendere un affascinante viaggio attraverso il tempo, esplorando le variazioni e le influenze che hanno plasmato questo genere unico di musica. I primi passi di questa evoluzione musicale si trovano nei lavori di Santiago de Murcia e Gaspar Sanz, figure chiave del XVII secolo. Attraverso le loro composizioni per chitarra, ci sono state fornite le prime tracce di ritmi e melodie caratteristiche che riflettono l’energia e la vitalità della cultura spagnola. Nel corso del XIX secolo, Dionisio Aguado ha portato la chitarra spagnola a nuovi livelli di virtuosismo, con opere come il celebre “Fandango”. Questa composizione è diventata un punto di riferimento per le sfide tecniche e l’abilità esecutiva richiesta agli interpreti, sottolineando la continua evoluzione delle tecniche chitarristiche dell’epoca. L’arrivo del XX secolo ha visto l’emergere di figure come Isaac Albéniz, che ha portato la danza spagnola in un nuovo territorio attraverso la sua fiammeggiante “Asturias” dalla Suite “Iberia”. Questa composizione fonde elementi della tradizione con l’innovazione armonica e strutturale, creando un ponte tra il passato e il futuro. Joaquín Rodrigo, noto per il suo celebre “Concierto de Aranjuez”, ha inserito richiami alla storia spagnola nelle sue composizioni, ricreando atmosfere e suoni che rievocano epoche passate. La sua musica è un tributo alla danza spagnola per chitarra e alla sua trasformazione nel contesto musicale più ampio. Un ulteriore tassello nell’evoluzione della danza spagnola per chitarra è rappresentato dalla straordinaria opera di Francisco Tárrega, in particolare dalla “Gran Jota de Concierto”. Tárrega, noto per essere uno dei più grandi chitarristi compositori del XIX secolo, ha contribuito significativamente a plasmare il repertorio chitarristico spagnolo. La “Gran Jota de Concierto” è un’esemplare dimostrazione di come Tárrega abbia saputo preservare le radici tradizionali della danza spagnola, arricchendola al contempo con nuove armonie e innovazioni tecniche. Questa opera non solo celebra la danza spagnola in tutta la sua grandiosità, ma sottolinea anche l’influenza e l’eredità che Tárrega ha lasciato nel panorama musicale chitarristico. La “Gran Jota de Concierto” di Francisco Tárrega si aggiunge dunque alle opere di Santiago de Murcia, Gaspar Sanz, Dionisio Aguado, Isaac Albéniz e Joaquín Rodrigo, come una tappa essenziale nell’evoluzione della danza spagnola per chitarra, riflettendo la bellezza e la diversità di questo genere musicale intramontabile. In questo contesto la danza si fonde alla musica in un connubio artistico ideale. Nella “Suite Española” di Gaspar Sanz la ricerca coreografica è rivolta alla Danza Estilizada, espressione massima della Danza Spagnola, in quanto fusione tra danza classica, Flamenco, Escuela Bolera e Folklore. La coreografia del Fandango Variado di Dionisio Aguado è resa, invece, più “aflamencada” ossia più vicina al mondo del “baile” flamenco, ricercando una maggiore libertà di espressione, forza ritmica e modernità.

Giulio Tampalini è considerato dalla critica uno chitarristi più innovativi e carismatici del panorama musicale. Dopo il diploma con dieci e lode al Conservatorio di Cuneo, ha vinto i maggiori premi internazionali di chitarra, il Concorso “Yepes” di Sanremo, il “Sor” di Roma, due volte il Torneo Internazionale di Musica di Roma, il “De Bonis” di Cosenza. Ha vinto due Chitarre d’oro per il miglior disco: nel 2003 con il Tárrega: Opere complete per chitarra e nel 2018 per l’album Castelnuovo-Tedesco: Complete Works for Soprano and Guitar. Si esibisce regolarmente in Europa, Asia e Stati Uniti come solista e con orchestra. Nella sua imponente produzione discografica sono presenti cd dedicati al Novecento italiano, l’opera completa per chitarra sola di Castelnuovo-Tedesco, il Concierto de Aranjuez di Rodrigo, un monografico su Gilardino, le Sei Rossiniane di Giuliani, il Concerto n. 1, il Quintetto e il Romancero Gitano di Castelnuovo-Tedesco e cinque integrali: Tárrega, Llobet, Matiegka, Legnani e Villa-Lobos. Con Giovanni Podera è curatore della collana “I Maestri della Chitarra” (Edizioni Curci). È docente di chitarra presso la Fondazione Accademia Internazionale di Imola “Incontri con il Maestro” e presso il Conservatorio Donizetti di Bergamo, direttore dell’Accademia Internazionale della Chitarra di Brescia, tiene seguitissime masterclass in Italia, Europa e Asia e America. È artista D’Addario e suona chitarre del liutaio Philip Woodfield. La rivista Amadeus gli ha dedicato la copertina con un CD in esclusiva con musiche del compositore messicano Manuel Maria Ponce. Nel 2014 ha ricevuto a Milano il Premio delle Arti e della Cultura. “L’irrefrenabile approccio alla musica e al pubblico hanno reso i concerti di Tampalini un fatto unico e irripetibile.” (Filippo Michelangeli, direttore di Amadeus) – “La stupefacente chitarra di Giulio Tampalini” (La Stampa) – “In Giulio Tampalini trabocca un altro dono, quello della generosità. Credo abbia ben pochi uguali, tra concertisti, la sua deliberata e pressoché gioiosa volontà di spendersi in mille modi e in mille direzioni per regalare emozione, struggimento, rapimento al suo pubblico.” (Angelo Gilardino)