25 ottobre 2005 | Giornale di Brescia
di f.c.

La riproposta delle musiche di Giacomo Merchi e di don Pietro Gnocchi alle Settimane Barocche

Sabato al Sancarlino e domenica ad Alfianello lensemble Brixia Musicalis, nellambito delle Nuove Settimane Barocche, ha proposto un concerto dedicato a rare musiche di compositori bresciani del700, ad alcune delle quali ha anche dedicato un recentissimo CD. Si trattava di don Pietro Gnocchi (Alfianello 1698-Brescia 1775) e di Giacomo Merchi ( Brescia 1726-1790), autori quasi sconosciuti attualmente, nonostante abbiano goduto di rilevante notorietà alla loro epoca, in ambiti diversi.

Don Pietro Gnocchi, maestro di cappella nel Duomo di Brescia, organista, insegnante di contrappunto, letterato, fu molto apprezzato in varie corti europee e da illustri colleghi. Se nellArchivio del Duomo e in altri repertori si trovano numerosissime composizioni del Gnocchi inerenti alla liturgia (quindi al suo “servizio”), incuriosiva lesecuzione di tre sue Sonate a Tre, ascrivibili per lo schema e la tipologia della stesura, al genere “Sonata da Chiesa” (quattro movimenti, unintroduzione grave o lenta, un folto intreccio contrappuntistico finale).

Ma ci sono sembrati lavori con unaura sacra in quanto pervasi da una sorta di austerità di fondo per le parti introduttive ed ancor più nelle finali (la IX presenta addirittura una “Fuga in canone”) e, negli Adagio, da una malinconia interiore, che non si distende in vere zone melodiche, ma le accenna, vagheggiandole.

C’è da aggiungere che la parte riservata al violino è assai difficile (talora didascalica, come il Largo della Sonata in do minore eseguita da violino e cembalo) e che abbiamo trovato maggior originalità e una vena compositiva più intensa nel primo tempo della Sonata IX in mi minore, che lautore indica con “Largo, arcate distese”.

Per lesecuzione di due Sonate per due mandolini – luna con un ricco basso continuo realizzato da cembalo, violoncello e liuto, laltra per due mandolini soli – di Giacomo Merchi, sono stati invitati due bravissimi mandolinisti, il famoso Ugo Orlandi e Marina Ferrari. Ascoltando questi due lavori, specie il Duetto in sol maggiore, si poteva comprendere come il pubblico che esaltò il virtuoso Merchi, lo ritenesse napoletano.

Le Sonate sono piacevoli, popolaresche, riferite ad un ambiente prettamente mediterraneo; quella per due mandolini gronda dellammirazione sconfinata che doveva possedere lautore per lincomparabile arte di Domenico Scarlatti.

Chiudeva la serata Vivaldi, con un Trio in do per violino, liuto soprano, basso e continuo, lavoro fluido, gaio, breve ma di gran respiro.

Vivacemente applaudito lensemble Brixia Musicalis, molto ben preparato, guidato dal violino principale, leccellente Elisa Citterio, e composto dal violinista Carlo Lazzaroni, dal violoncellista Matteo Fusi, da Daniele Caminiti allarciliuto, Michele Barchi, cembalo. E Orlandi al liuto-soprano dimostrava la sua musicalità straordinaria. Successo, per bis un brano di Pietro Gnocchi.