Giornale di Brescia, 26 settembre 2010

Settimane Barocche, apertura con l'Haendel per organo
Settimane Barocche, apertura con l’Haendel per organo

MONTICHIARI Lo sfarzo sonoro dei Concerti per organo di Haendel inaugura oggi pomeriggio l’ottava edizione delle «Settimane barocche».

Come da tradizione, il primo appuntamento ha luogo nella Pieve di San Pancrazio a Montichiari, con inizio alle 17. Protagonista l’organista Marco Fracassi, con i Solisti di Cremona da lui diretti (Antonio De Lorenzi e Glauco Bertagnin ai violini, Emanuele Beschi alla viola, Marco Perini al violoncello, Leonardo Colonna al contrabbasso ed Elena Borgogna al clavicembalo); l’ingresso è libero. In programma cinque dei diciotto Concerti per organo composti da Haendel: l’op. IV n. 2 e n. 1, il Concerto intitolato «Kuckuck und die Nachtigall» (Il cuculo e l’usignolo); infine, sempre dall’opera quarta, i Concerti 6 e 4.

Non dobbiamo credere che la modalità di ascolto dei Concerti per organo haendeliani sia rimasta inalterata. Nelle esecuzioni musicali pubbliche del primo Settecento i brani strumentali avevano spesso la funzione di introdurre lunghe composizioni vocali. Ecco allora che Haendel concepì i Concerti per organo per eseguirli personalmente durante le rappresentazioni dei suoi oratori. All’epoca si trattava di una grande novità, poiché il ruolo solistico era normalmente affidato a uno strumento o ad arco o a fiato, non ancora a uno strumento da tasto. Haendel, in ogni caso, era un autentico virtuoso dell’improvvisazione organistica; cercò dunque di trasferire dalle corde del violino alla tastiera tutto quel bagaglio di passi brillanti, di progressioni armoniche o di intima dolcezza che aveva fatto la fortuna di maestri italiani come Corelli e Vivaldi. Indipendentemente da Haendel, ma sempre nello stesso periodo, lo stesso Bach «inventava» il Concerto per clavicembalo e archi, trascrivendo per questo organico precedenti Concerti violinistici. Si creavano così i presupposti per la successiva fioritura dei Concerti per pianoforte e orchestra che avrebbero assunto un ruolo centrale dal tardo Settecento.

Disponiamo di testimonianze sulle prime esecuzioni dei Concerti haendeliani in Gran Bretagna. A Oxford, nel 1733, il compositore incantò nei suoi preludi improvvisati all’organo «unendo tra loro i vari episodi musicali con arte sopraffina». Quanto all’esecuzione dei Concerti veri e propri, a detta di John Hawkins, nessuno poteva eguagliare Haendel in sicurezza e brillantezza.

«Oggi – si legge in una nota delle “Settimane barocche” – questi Concerti presentano notevoli problemi all’esecutore, se si considera che il risultato dovrebbe essere ascoltare qualcosa di simile agli effetti prodotti dalle improvvisazioni di Haendel e dal suo agile tocco». Si ripresenta un problema tipico della maggior parte della musica dei secoli passati: la partitura giunta fino a noi si rivela un canovaccio essenziale, su cui l’esecutore avveduto dovrà inserire con gusto le ornamentazioni più adatte.

Fondato nel 1992 da Fracassi, l’ensemble dei Solisti di Cremona utilizza pregiati strumenti di liuteria antica con archi barocchi. Il gruppo ha all’attivo diverse incisioni dedicate a compositori del Seicento cremonese.

m. biz.