Nell’autunno del Medioevo con La Reverdie
Pubblicato il giorno 6 Ottobre 2010 nelle categorie: Festival 2010, Rassegna stampa
Giornale di Brescia, 6 ottobre 2010
BRESCIA Per una volta le «Settimane barocche» viaggiano a ritroso nel tempo e si concentrano sul primo Quattrocento italiano, splendida epoca di transizione fra Medioevo e Rinascimento.
Stasera, alle 21, la chiesa di San Gaetano (via Callegari 7) ospita uno dei più rinomati ensemble specializzati in questo repertorio: il gruppo vocale e strumentale la Reverdie composto da Claudia Caffagni (voce e liuto), Livia Caffagni (viella e flauti), Elisabetta de Mircovich (voce e ribeca), Doron David Sherwin (voce, cornamuto e percussioni) e Matteo Zenatti (voce e arpa). In programma, fra l8217;altro, musiche di Guillaume Dufay, compositore franco-fiammingo che scrisse i suoi capolavori polifonici a stretto contatto con alcune delle più influenti famiglie italiane del tempo: Malatesta, Este, Savoia. Il biglietto costa 7 euro.
All8217;inizio di questo itinerario musicale, significativamente intitolato «Voyage en Italie», verrà proposta la ballata «Morir desio» di Bartholomeus de Bononia, un componimento scritto per l8217;elezione dell8217;antipapa Giovanni XXIII, avvenuta nel 1410 al concilio di Pisa (è importante sottolineare che la Chiesa non riconobbe questa elezione e ciò spiega perché lo stesso nome poté essere adottato nel XX secolo da Papa Roncalli). Seguiranno due pagine del compositore fiammingo Johannes Ciconia, all8217;inizio del Quattrocento al servizio della famiglia dei Carraresi, signori di Padova. Il primo brano, un mottetto celebrativo intitolato «O Padua sidue praeclarus», rende omaggio ad Antenore, leggendario fondatore della città veneta, mentre il madrigale «Per quella strada lactea del cielo» è dedicato alla famiglia dei Carraresi. Ci sarà poi una breve parentesi strumentale con la danza «Belfiore», così chiamata, probabilmente, in omaggio alla residenza di Niccolò III d8217;Este, duca di Ferrara.
La seconda parte è tutta dedicata alla musica di Dufay. Si comincia con un paio di omaggi alla casata dei Malatesta, la cui signoria dalle terre d8217;origine di Rimini e Fano si estese anche alla città di Brescia nei primi vent8217;anni del Quattrocento. La ballata su testo francese «Resveilles vous et faites chiere lye» (1423) fu scritta per festeggiare le nozze di Carlo Malatesta e Vittoria Colonna, mentre il mottetto «Vassilissa ergo gaude», composto con la tecnica del «tenor isoritmico», rende omaggio a Cleofe, sorella di Pandolfo Malatesta, in partenza per Costantinopoli nell8217;estate del 1420. A Nicolò III d8217;Este è invece dedicata un8217;altra ballata francese: «C8217;est bien raison de devoir essaucier» (1433).
Il concerto si conclude con alcune delle composizioni più celebrate di Dufay: il mottetto «Flos florum» in onore della Beata Vergine Maria, la canzone «Vergine bella» che intona la prima stanza dell8217;ultimo componimento del «Canzoniere» petrarchesco, l8217;inno «Exultet celum laudibus», quindi l8217;affascinante «Supremum est mortalibus donum» per l8217;incontro avvenuto a Roma tra Re Sigismondo e il pontefice Eugenio IV (21 maggio 1433), infine il mottetto isoritmico «Rite majorem» composto nel 1426 sull8217;acrostico «Robertus Auclou Curatus Sancti Iacobi».
Si tratta di un programma indubbiamente denso di riferimenti storici e di simbolismi musicali, ma anche l8217;ascoltatore non specialista, grazie a queste musiche, avrà modo di immergersi nella dimensione sonora dell8217;autunno del Medioevo.