Memoria della giornata inaugurale
Pubblicato il giorno 4 Ottobre 2005 nelle categorie: Festival, Festival 2005
Memoria della giornata inaugurale della terza edizione del Festival Nuove settimane di musica barocca in Brescia e provincia
La magia sonora di uno strumento, una viola da gamba recentemente restaurata da Federico Lowenberger, riportata a “cantare” da Roberto Gini dopo quattrocento anni di lungo silenzio, è stata protagonista della giornata inaugurale della terza edizione del Festival Nuove settimane di musica barocca in Brescia e provincia.
Venerdì 30 settembre il bookshop di Palazzo Martinengo in Brescia ha ospitato l’inaugurazione della mostra (aperta sino al prossimo 5 novembre tutti i venerdì, i sabato e le domeniche dalle 14.30 alle 19.30) che vede esposta la viola di cui sopra, tenuta a battesimo da Emanuele Beschi e Francesco Lattuada, direzione artistica delle Nuove settimane barocche, e da Alberto Cavalli, Presidente della Provincia di Brescia, e Massimo Gelmini, Vicepresidente e assessore alla cultura della stessa provincia, principale partner del Festival.
Minimalista, il percorso espositivo curato da Filippo Fasser punta a introdurre il visitatore al momento magico dell’ascolto di uno strumento, che colpisce per la dolcezza della sua “voce”.
La mostra offre al visitatore-ascoltatore la possibilità di trattenersi ad ascoltare pagine registrate, protagonista il particolare strumento, all’interno di una “camera sonora” appositamente approntata. Il percorso espositivo concentra del resto l’attenzione sull’aspetto iconografico, su tutta quella produzione di pitture e studi di diversa natura, destinati a raccontarci, con l’efficacia e l’immediatezza tipiche del linguaggio iconografico, le abitudini esecutive di un’epoca in cui la viola da gamba giocò un ruolo fondamentale.
E proprio la valenza dell’iconografia, capace di raccontarci anche le fattezze dello strumento, ha fatto da Leitmotiv all’intervento di Federico Lowenberger, il liutaio proprietario della viola ora in mostra, curatore del suo restauro.
Roberto Gini ha invece puntato l’attenzione sulle modalità esecutive e sull’approccio allo strumento, senza celare l’emozione di far risuonare in pubblico, appunto dopo più di quattrocento anni, uno strumento, dotato di una straordinaria “personalità”, rimasto muto per un periodo di tempo lunghissimo.
Roberto Gini, che si è proposto in un concerto di rare musiche italiane per viola da gamba, è quindi andato alla ricerca del suono “perduto” dello strumento esposto, ma anche del suono, pure raro, di altre due viole cinque-seicentesche, in occasione del concerto inaugurale del Festival, programmato sempre per venerdì 30 settembre a Chiari presso la bellissima Sala Marchetti. Perché particolarità del Festival è proprio quella di coniugare la preziosità e la raffinatezza di repertori poco frequentati con la bellezza di luoghi altrettanto preziosi.
Coprotagonisti della serata: Marta Graziolino all’arpa e Giovanni Togni al clavicembalo.