Liuto e voce, magia del ’500
Pubblicato il giorno 7 Ottobre 2008 nelle categorie: Festival 2008, Rassegna stampa
BresciaOggi 8211; Martedì 07 ottobre 2008
PALAZZO AVEROLDI. LE «NUOVE SETTIMANE BAROCCHE»: APPLAUSI A GABRIELE PALOMBA E FRANCESCA CASSINARI
Primo appuntamento cittadino con le Nuove Settimane BAROCCHE a Palazzo Averoldi di via Moretto: una serata dedicata a canto e liuto, o meglio a liuto e canto, con Gabriele Palomba nella versione rinascimentale dello strumento musicale e con la voce del soprano Francesca Cassinari.
La sede del Rotary Club Brescia Ovest ha accolto nel bellissimo salone centrale, completamente affrescato, un programma che perfettamente s’inseriva in questa cornice architettonica e artistica: il liuto è notoriamente uno strumento affascinante ma è anche caratterizzato da una voce molto raccolta, non certo adatta ai grandi ambienti; ed è anche questo il motivi che dopo il Barocco venne abbandonato a favore di altri strumenti musicali ben più potenti.
Il liutista Gabriele Palomba ha voluto fare un percorso che testimoniasse la grande vitalità del mondo liutistico lombardo durante tutto il Cinquecento e ha iniziato il suo programma con un autore addirittura bresciano, quel Vincenzo Capirola originario di Leno del quale ha presentato due serie di brani per liuto solo: nella prima il «Ricerchare 1» e «La Villanella», nella seconda «O mia cieca e dura sorte» oltre al celebre «Che faralla, che diralla» e «Ti8230; baleto da balar bello». Un’ottima dimostrazione di come il liuto si stesse facendo all’epoca strada non solo in un repertorio che ricercava sulla tastiera le possibilità espressive di questo strumento, ma s’incaricava anche di riproporre in modo solo strumentale anche forme musicali di solito affidate alle sole voci.
Ma naturalmente anche la letteratura per canto e liuto ha avuto il suo spazio in questa serata di «musica reservata» grazie alla bella voce del soprano Francesca Cassinari, cui è stata affidata nel corso della serata una serie di quattro brani di Luca Marenzio 8211; originario di Coccaglio 8211; e precisamente Madrigali di cui la Cassinari interpretava evidentemente la parte superiore con l’accompagnamento del liuto che realizzava le altre. Bella voce, quella della Cassinari, che ha cantato con trasporto ma anche con grande precisione pezzi come «Non vidi mai dopo notturna pioggia» e soprattutto il drammatico «Ah dispietata sorte», entrambi su testo poetico tratto dal Canzoniere di Francesco Petrarca.
Sarebbe stato più gradito un maggior numero di pezzi con canto e liuto, rispetto al corposo repertorio per liuto solo proposto durante la serata. Serata che è stata comunque molto applaudita dai presenti e che ha avuto un bel bis con un altro Madrigale intavolato del Marenzio.L. F.