Fornaciari esplora il repertorio virtuoso per violino solo
Pubblicato il giorno 15 Ottobre 2010 nelle categorie: Festival 2010, Rassegna stampa
Il violinista Marco Fornaciari è stato ospite martedì del Festival internazionale di musica barocca, organizzato dalle Settimane Barocche di Brescia.
Violinista virtuoso, Fornaciari ha offerto al pubblico un programma dedicato al repertorio tedesco per violino solo.
Si è trattato di un percorso a ritroso nella storia della prassi musicale e della nascita del repertorio per violino non accompagnato, che ha abbracciato i compositori di area tedesca vissuti fra la metà del Seicento e del Settecento; compositori importanti che gettarono le basi per lo sviluppo della grande tecnica violinistica che vedrà il suo culmine con il virtuosismo Ottocentesco.
Da Thomas Baltzar, a Heirich von Bieber passando per Johann Paul von Westhoff, fino al più celebre Georg Philipp Telemann. Poi ancora Johann Georg Piesendel ricordato con la «Sonata in la minore», importante esempio delle composizioni pre-bachiane, come la «Fuga» dello svedese Johann Helmich Roman, dallo Stabat Mater di Pergolesi.
Marco Fornaciari ha suonato alla barocca, utilizzando l8217;archetto con la forma in uso all8217;epoca e, pezzo dopo pezzo, ha offerto una sorta di excursus in cui si è dipanato il percorso di crescita stilistica, tecnica ed espressiva nella composizione per violino solo.Si sono potuti ascoltare fraseggi morbidi che seguono le vibrazioni degli strumenti barocchi, in un virtuosismo fatto di lentezze e pensiero, dove le appoggiature e le note appena sfiorate rimangono impresse nell8217;esecuzione come fossero pennellate di colore acceso sopra una base monocroma. Melodie gentili che permettono di liberare il suono in modo delicato. L8217;arco di Fornaciari ha disegnato movimenti sinuosi, in cui non era il volume a contare bensì gli accenti, la variazione d8217;intensità, le pause.
Su questa scia, la tanto attesa «Ciaccona» dalla Partita n.2 in re minore Bwv 1004 di Johann Sebastian Bach, si è presentata come un brano decisamente barocco, in cui sono scomparse le ridondanze esecutive spesso adottate da violinisti meno attenti al rispetto della prassi esecutiva.
Ancora Bach è stato scelto dal violinista come bis, eseguendo la Gavotta dalla Partita in mi maggiore.