Giornale di Brescia, 6 settembre 2010

BRESCIA Un insolito ma coinvolgente concerto per due violoncelli ha svolto la funzione di anteprima, sabato scorso nella sala di Piano Nobile in via Marsala, per la nuova edizione delle «Settimane Barocche» in programma a Brescia e provincia dal 26 settembre al 31 ottobre. Erano di scena il violoncellista Paolo Beschi, ben noto cofondatore dell’ensemble Il Giardino Armonico, e la giovane allieva statunitense Elinor Frey, di cui si è potuto ammirare l’indiscutibile e robusto talento.

Anche se questo concerto, come ha rivelato il direttore artistico di «Settimane barocche», Emanuele Beschi, è stato organizzato in pochissimi giorni, cogliendo praticamente al volo la presenza in Italia dei due artisti, il pubblico ha risposto in modo lusinghiero, riversandosi copioso nella bella ma raccolta sala di Piano Nobile. E valeva davvero la pena di ascoltare queste esecuzioni anche stando in piedi.

Il programma era tutto dedicato a compositori italiani attivi nella seconda metà del Seicento o nella prima del Settecento. Non bisogna dimenticare che il violoncello, ancor prima di essere reso immortale dalle sei Suite per strumento solista di Johann Sebastian Bach, nacque e si sviluppò proprio nel nostro Paese, trovando terreno fertile in città musicalissime quali Bologna, Venezia, Napoli. Altrove, per esempio in Francia e Inghilterra, si preferiva tra gli strumenti ad arco gravi la viola da gamba, ma col passare del tempo la sfida tra i due strumenti sarebbe stata vinta, ovunque, dal violoncello.

È molto positivo che oggi i violoncellisti specializzati nel repertorio d’età barocca, oltre a riproporre periodicamente il sommo Bach, si dedichino alla riscoperta degli antichi maestri italiani, alcuni dei quali, come Francesco Paolo Supriano, sconosciuti ai più. Paolo Beschi ed Elinor Frey, mostrando quel sincero entusiasmo per la ricerca che purtroppo manca ad altri musicisti più «routinier», hanno reso scintillante la musica del compositore secentesco Domenico Gabrielli, che richiede anche l’aggiunta di fioriture e variazioni non scritte, e hanno dato pieno splendore e maestosità a tre Sonate per violoncello e basso continuo di Francesco Geminiani e Giovanni Bononcini.

Una splendida occasione, dunque, per riscoprire il suono del violoncello barocco, strumento che all’epoca era privo di puntale e montava corde di budello.

m. biz.