Bach padre e figlio per l’Ensemble Brixia Musicalis
Pubblicato il giorno 13 Ottobre 2010 nelle categorie: Brixia Musicalis, Festival 2010, Rassegna stampa
Successo del gruppo affiancato dal flautista Marcello Gatti
Musica orchestrale con Bach, anzi con due Bach al suo centro: il successo era a dir poco prevedibile, per il concerto di domenica sera in San Cristo nell8217;ambito delle Nuove Settimane barocche. A realizzare un programma così affascinante è stato l8217;Ensemble Brixia Musicalis guidato da Elisa Citterio. Otto strumentisti che costituiscono l8217;«orchestra residente» delle Settimane barocche e cui si è aggiunto l8217;altra sera il virtuoso flauto traverso 8211; ovviamente in legno 8211; di Marcello Gatti per una buona parte del concerto.
Nella fase iniziale presentata una composizione per soli archi e continuo di Johann Christian Bach, uno dei venti figli di Johann Sebastian: una bella Sinfonia in re minore tripartita come nel Concerto italiano e dotata di una robustezza, di una compattezza nella trattazione dei temi assolutamente gradevole, anche se distante anni luce dallo stile dell8217;augusto padre. E le due composizioni bachiane proposte immediatamente dopo dal Brixia Musicalis, col Quinto Concerto Brandeburghese in re maggiore BWV 1050 e l8217;Ouverture n. 2 in si minore BWV 1067, si sono incaricate di marcare immediatamente la distanza fra la composizione di Johann Christian con l8217;arte di un genio assoluto come Johann Sebastian Bach. Brixia Musicalis ha dato domenica sera un8217;interpretazione estremamente brillante del Concerto, lasciando cioè che le parti del traversiere di Marcello Gatti 8211; ma anche quella così importante, quasi in competizione col solista messa in partitura da Bach per il clavicembalo, e qui interpretata da Stefano Maria Demicheli 8211; emergessero sì, ma non su uno sfondo anonimo; al contrario, quello emerso era un tessuto orchestrale chiaroscurato e vibrante grazie a una conduzione, quella di Elisa Citterio, che rifugge fortunatamente dalle tinte scialbe. Quello che ne è risultato complessivamente è un discorso musicale non solo di alto livello tecnico, ma avvincente e caldo anche nella successiva Ouverture BWV 1067.
Due i bis: il primo una splendida trascrizione settecentesca per flauto del Grave da un Concerto per violino e orchestra di Giuseppe Tartini.
Poi di nuovo la Badinerie di Bach.