Antonini e Dantone, gli specialisti
Pubblicato il giorno 21 Ottobre 2008 nelle categorie: Festival 2008, Rassegna stampa
BresciaOggi 8211; 21 ottobre 2008
SETTIMANE BAROCCHE. APPLAUDITO CONCERTO PER FLAUTI E CLAVICEMBALO NEL RIDOTTO DEL TEATRO GRANDE
Splendido concerto per flauti diritti e clavicembalo nel Ridotto del teatro Grande per le Settimane BAROCCHE di Brescia. Del resto la fama che precede Giovanni Antonini e Ottavio Dantone aveva fatto sì che il pubblico fosse piuttosto numeroso, nonostante il carattere in un certo senso specialistico di questo appuntamento, molto raffinato.
I due musicisti hanno esordito con un autore bresciano, Giovanni Battista Fontana, di cui hanno realizzato la «Sonata prima» per flauto soprano e continuo, bellissima composizione nella quale Antonini al flauto ha «fiorito» con una quantità incredibile di abbellimenti le frasi musicali. La prevista Sonata «La clemente» di Mealli è stata sostituita da una di Dario Castello, quindi Ottavio Dantone ha affrontato al solo cembalo le «Cento Partite sopra Passacagli» di Girolamo Frescobaldi, pezzo ampio e caratterizzato da una serie di cromatismi ascendenti.
Uno dei brani più belli della serata al Ridotto del Grande è stata però la celebre «Follia» di Arcangelo Corelli, nel quale Antonini ha usato un magnifico flauto contralto e Dantone ha scelto per il cembalo il delicato registro del liuto.
Flauto contralto anche per la «Sonata n. 4 op. 1» di Georg Friedrich Händel e magnifico l’Allegro finale della Sonata n. 2 op. IV di Platti, con passaggi davvero modernissimi, addirittura romantici ante litteram. La conclusione della serata è stata affidata al Bach della Sonata in sol minore, dall’intensa poesia che caratterizza l’Andante del penultimo tempo.
Un concerto con Antonini e Dantone non è solo da ascoltare, ma anche tutto da vedere perché il flautista «partecipa» intensamente alla performance seguendo con i movimenti del corpo il ricco fraseggio dei pezzi che propone. L’abilità tecnica dei due artisti toglie poi qualsiasi preoccupazione dal punto di vista tecnico, lasciando tutto lo spazio alla profondità dell’interpretazione.
Applausi interminabili e un bis, lo splendido «Vivace» di Telemann, ennesima prova di eccezionale bravura dei due strumentisti. L.FERT.