Bresciaoggi, 2 Novembre 2010

Grande successo per Sara Bennici e Gaetano Nasillo
Il duo ha chiuso con una particolare esibizione l’ottava edizione delle Settimane Barocche intitolata «Sulle spalle dei giganti»

Si è conclusa col concerto di domenica sera nella chiesa bresciana di San Giorgio l’ottava edizione delle Settimane Barocche, diretta da Emanuele Beschi e intitolata quest’anno «Sulle spalle dei giganti». Si trattava della seconda serata dedicata al tema della Sonata italiana e cui hanno dato vita due notissimi violoncellisti, Gaetano Nasillo e Sara Bennici alle prese con autori come Luigi Boccherini e il meno noto Carlo Graziani.

La serata è iniziata appunto con una Sonata di Boccherini, il lucchese che tanta fortuna fece in Spagna e del quale il duo violoncelli stico ha eseguito in apertura di serata la Sonata in do maggiore per violoncello e continuo G 17, chiarendo fin da subito la complessità del discorso stilistico di questo autore che lo stesso Gaetano Nasillo ha definito giustamente come il più grande violoncellista mai esistito. Il carattere virtuosistico si è poi confermato anche nelle successive composizioni presentate, a partire dalla Sonata G 11 sempre di Boccherini che ne ha sostituito una di Carlo Graziani in programma. Il compositore di origine astigiana, Graziani, è stato ben rappresentato nel corso del concerto a cominciare dalla Sonata in re maggiore per violoncello e continuo «in scordatura», con una scelta cioè d’intonazione delle corde del violoncello principale destinata a richiamare le sonorità della viola da gamba. Complicatissima dal punto di vista tecnico anche la Sonata in la maggiore di Graziani, con la sua indicazione di composizione speciale, in ricordo di un viaggio da Berlino a Breslavia e «l’affettuosa ricevuta di Sua Altezza Reale che era poi Federico Guglielmo II di Prussia, che grandemente apprezzò l’arte di Graziani non solo come compositore ma anche come insegnante di violoncello.

Un mondo davvero speciale, quello evocato l’altra sera da Gaetano Nasillo e Sara Bennici, un mondo musicale settecentesco che teneva in grande considerazione i grandi virtuosi italiani di uno strumento «emergente» qual era allora il violoncello in chiave solistica. E il panorama presentato in concerto era appunto la conferma di questo mondo in forte evoluzione anche dal punto di vista compositivo: a Nasillo è spettato affrontare la parte più complessa, quella principale del primo violoncello, ottimamente «sostenuta» dallo strumento di Sara Bennici. In bis, sugli applausi del pubblico che è intervenuto abbastanza numeroso una composizione in forma canonica del violoncellista bolognese Domenico Gabrieli.

Si chiude con questa serata una stagione fitta di punti d’interesse,. Una «scoperta» di questa stagione è la chiesa di San Giorgio, appena restaurata e che appare ideale per questo tipo di concerti.

Luigi Fertonani