Maestri del barocco

Ensemble Carlo Antonio Marino
Ensemble vocale Mulieres Laudantes

Natale Arnoldi – direttore

MUSICHE DI MARINO, LOCATELLI, PORPORA, VIVALDI

1 ottobre, ore 20:30
Bergamo, Basilica di S. M. Maggiore

Ingresso gratuito con offerta libera

Carlo Antonio Marino (Bergamo 1670 – Crema 1735)

Concerto a cinque in mi maggiore per archi (con due violini obbligati) e basso continuo
Largo e spiccato
Allegro
Adagio
Allegro

Pietro Antonio Locatelli (Bergamo 1695 – Amsterdam 1774)

Concerto op.VII n° 2 Per archi e basso continuo
Andante
Vivace
Largo
Cantabile
Allegro

Antonio Vivaldi (Venezia 1678 – Vienna 1741)

Concerto in re minore Rv 128 per archi e basso continuo
Allegro non molto
Largo
Allegro

Antonio Vivaldi

Credo in mi minore Rv 591 per coro femminile, archi e basso continuo

Credo
Et incarnatus est
Crucifixus
Et resurrexit

Nicola Porpora (Napoli 1686- Napoli 1768)

Beatus Vir, per coro femminile, archi e basso continuo

Beatus vir
Gloria patri
Sicut erat
Amen

L’Ensemble Baroque “Carlo Antonio Marino”, dedicata all’omonimo violinista e compositore bergamasco che, a cavallo fra il 1600 e il 1700 ebbe fama in tutta Europa e costituita da valenti strumentisti attivi in prestigiose orchestre, domenica 1 ottobre, nella prestigiosa location bergamasca della Basilica di Santa Maria Maggiore in città alta, si esibirà in un repertorio che traccerà un excursus musicale e geografico nel periodo barocco davvero coinvolgente e stimolante, spaziando da Bergamo a Venezia, passando per Napoli.
Il viaggio musicale inizia con la città di Bergamo e con due dei suoi più grandi ‘figli’ di epoca barocca: i violinisti Carlo Antonio Marino e Pietro Antonio Locatelli.
Il concerto a cinque per archi [con violino obbligato] e basso continuo di Carlo Antonio Marino (1670-1735), apre la serata. Il bergamasco Marino risulta essere un compositore alquanto prolifico, almeno nei suoi anni trascorsi a Bergamo; infatti, a soli sedici anni la sua prima raccolta di musiche viene data alle stampe. Il cospicuo corpus di composizioni oggi conosciuto è pressoché contenuto nelle otto raccolte di musica date alle stampe tra il 1687 e il 1705. Il termine concerto, in sintonia col significato del termine all’epoca, viene usato per delineare una contrapposizione tra il primo violino solista, accompagnato solamente dal basso continuo, e i restanti strumenti. 
La sua musica non presenta acrobazie virtuosistiche o posizioni al ponticello, come avverrà, invece, con il violinista bergamasco Pietro Antonio Locatelli (1695-1764), autore del Concerto a quattro Op. VII n°2 per archi e basso continuo. È molto probabile che Locatelli, attivo sin da giovanissimo presso la basilica di S. Maria Maggiore negli anni in cui vi figura anche Carlo Antonio Marino, sia stato suo allievo. Fu un mostro di tecnica violinistica: si diceva che non avesse mai suonato una nota sbagliata, tranne una volta in cui il suo mignolo scivolò e toccò il ponticello dello strumento. Quando nel 1741 Locatelli diede alle stampe i Sei concerti opera VII era ormai un benestante cittadino di Amsterdam e un famoso musicista in tutta Europa. L’opera settima, l’ultima pubblicazione orchestrale pervenuta di quello che era considerato uno dei maggiori virtuosi del violino del suo tempo e raffinato compositore di musica strumentale, si basa su un know-how acquisito da Bergamo a Roma e riunisce un gruppo di sei concerti composti in un momento, durante il quale gli stili stavano cambiando e la forma da concerto di Vivaldi e Corelli cominciava a mostrare la sua età. Locatelli si impegnò a rinnovare il patrimonio del concerto grosso e l’alternanza Concertino/Tutti che cominciano a passare di moda, sintetizzando elementi compositivi tradizionali e propri del nuovo idioma strumentale. Il compositore bergamasco si muove tra suoni ricchi e pieni, verso formule che danno un posto più importante agli interventi del violino solo, con una leggerezza che sembra ispirata allo stile galante, pur non abbandonando del tutto le sue radici. 
Da Bergamo si raggiunge la città dei Dogi, con il compositore e violinista veneziano Antonio Vivaldi (1687-1741), uno dei massimi virtuosi del suo tempo e uno dei più rappresentativi esponenti del barocco musicale, di cui verrà proposto il Concerto in re minore Rv 128 per archi e basso continuo. Vivaldi contribuì significativamente allo sviluppo del concerto e della tecnica del violino e dell’orchestrazione, con una musica vitale e ricca di inventiva. Esaminando le opere pubblicate da Vivaldi mentre era in vita, salta immediatamente all’occhio il fatto che vi sia una prevalenza di sonate nei primi anni della sua carriera, e un’assoluta maggioranza di concerti nella seconda parte della vita, quando ha ormai raggiunto uno stato di compositore affermato. Se il concerto solistico, derivato dal concerto grosso, vede Giuseppe Torelli come iniziatore, è tuttavia a Vivaldi che si deve attribuire l’elaborazione di una forma che venne utilizzata come modello fino alla nascita del concerto classico. Una buona parte dei suoi concerti è caratterizzata, nei due movimenti veloci, da un’alternanza di “tutti” basati su un ritornello, che viene riproposto in varie tonalità e di soli modulanti di carattere tematico libero. Questa forma fu utilizzata dal compositore veneziano con grande libertà; ad esempio contraendo nel corso del movimento la lunghezza del ritornello mentre viene parallelamente ampliata la lunghezza dei soli, oppure ripetendo due volte il ritornello finale nella tonalità d’impianto con l’inserzione di un breve episodio solistico che utilizza materiale musicale del primo solo. 
Del Prete Rosso ci sono pervenute circa cinquanta opere di musica sacra di genere differente: parti della Messa tridentina e loro introduzione su testo libero (Kyrie, Gloria, Credo), salmi, inni, antifone, mottetti. La sua produzione appartiene al cosiddetto stile moderno, ossia concertato con strumenti, tipico della musica veneziana, che si contrappone al severo stile antico della musica di Palestrina. Il suo impegno nel repertorio sacro ebbe un carattere sostanzialmente occasionale, poiché il musicista non ebbe né commissioni né ricoprì mai stabilmente l’incarico prestigioso di maestro in San Marco. Pagina molto pregevole, il Credo in mi minore RV 591 è, con il Gloria in re maggiore KV 589 e il Magnificat in sol minore RV 610, tra le partiture più rappresentative del Vivaldi “sacro”. Il catalogo Ryom delle opere vivaldiane registra anche un Credo in sol maggiore RV 592, la cui autenticità è dubbia; l’opera, forse, può essere attribuita a Johann Adolph Hasse.
Il Credo è suddiviso in quattro movimenti; i due esterni, molto veloci e caratterizzati dall’ostinato ritmico degli archi, presentano all’apertura un breve passaggio che ricorda il primo movimento del Gloria in re maggiore. 
L’arrangiamento per coro femminile che verrà proposto in Basilica è del Maestro Natale Arnoldi, probabile restituzione di come era stato pensato dall’autore in origine.  


L’ultima tappa di questo viaggio musicale ci conduce nel profondo sud, nella capitale partenopea, con il napoletano Nicola Porpora (1686-1768), presenza costante nel Settecento sui palcoscenici internazionali: «Persona nota a tutta l’Europa», lo definirà a ragione Metastasio, di casa a Londra, a Vienna, a Dresda, attraverso i propri lavori ma anche con i propri allievi di canto, tra cui i leggendari Farinelli e Caffarelli. Tanta perizia nelle potenzialità della voce umana è messa al servizio d’una produzione chiesastica, in gran parte dedicata a tre dei quattro ospedali veneziani di cui Porpora fu maestro di coro – la carica più alta e prestigiosa – a più riprese per vent’anni, tra il 1726 e il 1747. Porpora ha composto oratori, musica sacra e più di 40 opere. La sua produzione musicale si lascia distinguere in tre periodi stilisticamente distinti: dapprima vige lo stile tardobarocco alla maniera dell’ultimo Scarlatti, documentato nell’Agrippina e nelle prime cantate e serenate; indi, dagli anni Venti, il moderno stile ‘napoletano’, di cui Porpora – a gara con Vinci e Hasse – fu il portabandiera (soprattutto nelle opere, cantate e serenate), uno stile che con il fraseggio melodico florido e soave, le sottigliezze ritmiche, il passo armonico placido e diatonico dettò legge in Italia e in Europa; infine, nel periodo tardo l’insegnante napoletano e veneziano ormai senescente coltivò principalmente la musica da chiesa, senza però trascurare in toto il teatro, la camera, e almeno un po’ la musica strumentale. Buona parte della critica tardo-settecentesca e ottocentesca ha espresso dei giudizi negativi sulla musica di Porpora, denunciandone lo stile povero di inventiva e ripetitivo. In tempi più moderni, diversi critici hanno intrapreso una rivalutazione della sua opera, mettendone in risalto l’eleganza formale e la ricchezza delle parti vocali; queste in particolare rivelano il «privilegio dato al virtuosismo» e la «sapientissima disposizione espressiva degli elementi del repertorio vocale: trilli, gorgheggi, cromatismi a piccoli valori, varie combinazioni delle fioriture scritte producono un’efficace effusione lirica.»
Il Beatus vir in do maggiore, ultimo brano in programma, è la trascrizione del Maestro Natale Arnoldi dal manoscritto olografo del 1760, conservato a Copenaghen.

Ensemble Baroque “Carlo Antonio Marino” nasce nel 2008 in seno all’omonima orchestra grazie ad alcuni strumentisti appassionati di musica ed esecuzione barocca, al fine di valorizzare il violinista e compositore d’origine albinese Carlo Antonio Marino che, fra il 1600 ed il 1700, ebbe fama in tutta Europa e fondò la prima scuola violinistica bergamasca.
Nonostante la recente costituzione, il gruppo ha già all’attivo numerosi concerti anche in  prestigiose sedi come Basilica di Santa Maria maggiore a Bergamo, Teatro Sociale di Bergamo per il “Bergamo Musica Festival”, Albino Classica, Pomeriggi Musicali di Salò, Festival di Bellagio e del lago di Como, Concerti d’Altamarca di Susegana (VI), Milano presso la Basilica di San Carlo al Corso per MILANO EXPO 2015, a Chiavari e a Rapallo per il Festival ” Le vie del Barocco” ecc., spesso in collaborazione con strumentisti di fama come Stefano Montanari, i flautisti Raffaele Trevisani e Stefano Bagliano ecc. Per la prestigiosa etichetta TACTUS ha inciso due CD con musiche di Carlo Antonio Marino recensiti con parole d’encomio da diverse riviste musicali e presentati da Radio Tre e da Marvin Rosen all’interno della rubrica Early Music sulla stazione radio WPRB di Princeton USA, e uno con concerti inediti per flauto traverso, archi e continuo di autori italiani del 1700 in collaborazione con Raffaele Trevisani. Quest’anno sarà pubblicato, sempre da TACTUS l’ultimo CD dell’Ensemble con in programma i Sei Concerto Op. VII di Pietro Antonio Locatelli.
Il repertorio dell’ensemble comprende, oltre alle opere del compositore al quale è dedicato, composizioni di Antonio Vivaldi, Tommaso Albinoni, Pietro Antonio Locatelli, Francesco Geminiani e di altri autori italiani operanti fra il 1600 e il 1700.

Mulieres Laudantes nascono agli inizi del 2019 dalla volontà di alcune appassionate del canto sacro con precedenti esperienze in altre formazioni corali, con l’obiettivo di riscoprire e diffondere il repertorio sacro per voci femminili.
Dopo il debutto a Bergamo presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, dove ha eseguito la Missa S. Aloysii di J. M. Haydn, l’ensemble ha tenuto diversi concerti in rassegne prestigiose eseguendo fra l’altro il Miserere in re minore di Johann Adolf Hasse. Attualmente il coro è diretto dal M° Natale Arnoldi e accompagnato al pianoforte dal M° Sebastiano Bertulini.

Natale Arnoldi si è diplomato in clarinetto sotto la guida di Giuseppe Tassis presso l’Istituto Musicale “G. Donizetti” di Bergamo; successivamente presso il medesimo Istituto si è diplomato brillantemente in composizione sotto la guida di Vittorio Fellegara. É risultato vincitore del premio “Baronessa Maria Scotti Perego”. Ha svolto attività concertistica come solista o come componente di formazioni da camera, suonando in importanti città o centri musicali italiani ed esteri fra i quali: Pisa, Lanciano, Gioventù Musicale di Varese, Gioventù Musicale di Chioggia, Filarmonico di Verona, Accademia Filarmonica di Bologna, Teatro “Manoel” di Malta, Würzbourg, ecc., eseguendo spesso prime esecuzioni d’opere di compositori italiani.
Come compositore ha all’attivo numerosi brani da camera, sinfonici e sacri, eseguiti in concerti o rassegne specializzate in Italia e all’estero, pubblicate dalle case editrici Bérben, Sinfonica, M.A.P., SconfinArtee, UtOrpheus, e registrate dalle etichette ECM , M.A.P. e TACTUS
É fondatore e direttore dell’Orchestra e dell’Ensemble boroque “Carlo Antonio Marino”, formazioni che ha diretto in numerosi concerti, anche in collaborazione con artisti di fama internazionale, e in registrazioni per la prestigiosa etichetta TACTUS.