
Enigma fortuna
LA FONTE MUSICA
MICHELE PASOTTI – liuto e direzione
MUSICHE DI ZACARA DA TERAMO
1 novembre, ore 20:00
Brescia Cellatica, Fondazione Zani
Intero: 15€
Ridotto: 10€ (riservato agli under30 e agli over65)
È possibile acquistare i biglietti un’ora prima del concerto direttamente nel luogo dell’esecuzione.
L’accesso agli eventi sarà consentito fino alla massima capienza dei posti disponibili in sala o nel luogo dell’evento.
In occasione dei concerti presso l’Auditorium della Fondazione Paolo e Carolina Zani, agli spettatori è offerta la possibilità di partecipare a una visita guidata esclusiva alla Casa Museo Zani e alla mostra “Savoldo Borghese”. La visita guidata, con biglietto ridotto 10 €, avrà inizio alle ore 18 e sarà accessibile solo prenotando entro 2 giorni dalla data del concerto presso la biglietteria della Fondazione Paolo e Carolina Zani (tel. 030 2520479 – info@fondazionezani.com)
L’ambiente culturale dei compositori della tarda Ars Nova non viene spesso considerato quando si cerca di comprendere la loro musica. Forse è inevitabile utilizzare categorie ampie e poco significative come “musica medievale” o “rinascimentale”. Ma in realtà l’ultima generazione di compositori italiani dell’Ars Nova sono immersi in una cultura che ha molto più a che fare con l’Umanesimo che con la civiltà “medievale”, un mondo in cui le università e i circoli intellettuali che le circondano erano al centro della vita culturale delle città moderne.
Sappiamo che Zacara cantava nella cappella papale dal 1390, e poi fu cantore durante il papato di Giovanni XXIII negli anni Dieci del Quattrocento. Giovanni XXIII fu un umanista, ma il suo predecessore e mentore Pietro Filargo (Alessandro V), fu ancor più una figura chiave dell’umanesimo italiano. Filargo, di origini cretesi, studiò a Oxford e insegnò alla Sorbona di Parigi prima di stabilirsi in Italia presso la corte dei Visconti e quindi di intraprendere la carriera ecclesiastica. Alla corte viscontea fu la figura dominante dal punto di vista diplomatico e intellettuale. All’ombra della sua figura nasce l’umanesimo lombardo. E l’umanesimo è soprattutto questione di libri, testi, traduzioni, trattati antichi finalmente di nuovo disponibili. L’intermediazione di un intellettuale che parlava greco fu di inestimabile valore.
La presenza di un umanista di questo calibro alla corte pontificia non poteva lasciare indifferente un musicista del livello di Zacara. Al contrario, credo che anche la musica di Zacara – non dissimile da quella di Matteo e Ciconia che ebbero frequentazioni simili – si sia sviluppata in una fertile dialettica con i gusti, le aspettative, le letture, le discussioni del circolo intellettuale che si radunò attorno a Filargo e poi a Giovanni XXIII. Gli umanisti (da Petrarca in poi) approfondirono la conoscenza della retorica classica greca e dell’ars oratoria romana. L’influenza di questa riscoperta sulla musica è stata poco indagata.
Le composizioni appartenenti all’ultima fase dell’Ars Nova italiana – in particolare quelle di Zacara, Matteo, Ciconia e Paolo da Firenze – non possono essere comprese senza collegarle al fervore del movimento umanistico. Si assiste infatti ad una netta ridefinizione del rapporto testo/musica e anche della struttura stessa della musica sacra e profana in un senso che richiama i principi dell’eloquentia.
Nel suo pezzo più “universitario”, Je suy navrés/Gnaff’a le guagnele, Zacara la chiama “Dea Loquentiae”, la dea dell’Eloquentia. Il brano è trilingue, con molti registri diversi che si incrociano ed è costruito come un dialogo tra tenore e cantus, con il contratenor che canta un altro testo in cui vengono richiamati la mitologia classica, le scienze e l’eloquentia. La retorica di Zacara è estremamente personale e gioca con due elementi costanti dei suoi testi: gli enigmi e la fortuna, da cui il nome del nostro concerto.
Un altro pezzo legato a papa Alessandro V e ai suoi cantanti è il famoso Sumite, Karissimi. Qui possiamo vedere Zacara giocare con le parole. Chiede a chi canta – e a chi ascolta – di prendere la testa, il ventre o piedi di alcune parole. Come un gioco enigmistico di oggi, alla fine si compone la parola Reconmendatione, omaggio. Un omaggio di Zacara e un saluto ai suoi fratelli della cappella musicale. Sono loro infatti i destinatari di questo brano. Si rivolge dunque a un circolo molto esclusivo di musicisti che si esibiscono per un altro circolo ristretto composto dal papa umanista e dalla sua corte. E per fare questo sceglie, unico caso nelle sue opere, il codice dell’ars subtilior. Il modo in cui lo usa, però, è ciò che colpisce di più. La composizione è perfettamente equilibrata e organizzata in momenti di “disordine” dove la complessità ritmica raggiunge l’apice di tutta l’Ars Nova, e momenti di “ordine” dove le tre voci contribuiscono a scolpire le parole del cantus in modo estremamente eloquente.
Il repertorio sacro è forse ancora più significativo e ricco di tesori.
Le intonazioni polifoniche dell’Ordinario della Messa che sono arrivate fino a noi sono più numerose di qualsiasi compositore di Ars Nova: sette Gloria e sette Credo. In essi il maestro teramano raggiunge forse l’apice della sua arte. L’originale e audace invenzione melodica e contrappuntistica già caratteristica delle sue composizioni profane viene inserita in un’architettura di proporzioni maggiori e forme musicali più ambiziose, dando origine alle parti di massa più estese rispetto a quelli dei suoi contemporanei. L’uso regolare dell’imitazione, le ampie sezioni omoritmiche, i ritmi di sapore popolare, la frequenza delle terze nel contrappunto, alcune forme ripetitive, la tecnica dei divisi sembrano anticipare le nuove tendenze della musica europea.
Alcuni di essi sono parodie di brani profani, una tecnica compositiva che riemerse in varie forme nei secoli XV e XVI. Zacara è il primo ad usarlo, anche se a differenza degli esempi successivi cita solo brani suoi.
La retorica di Zacara è certo molto diversa da quella di due secoli dopo, epoca a cui normalmente si associa quando si parla di retorica in musica, ma è comunque presente in tutta la sua musica. L’alternanza di sezioni divisi/tutti, ad esempio, contribuisce spesso a enfatizzare il contrasto e la drammaticità del testo. Il Gloria I è organizzato in modo tale che il testo della preghiera sia sempre perfettamente chiaro. Delle tre voci solo due hanno testo. E questi due o cantano omoritmicamente, o uno canta il testo prima dell’altro, così che parole e unità di senso non si sovrappongono quasi mai rendendo la comprensione sempre chiara e facile. Una tendenza che verrà ancor più esplorata e ampliata da Matteo da Perugia.
Il Credo III sopravvive in due versioni: una “semplice” e una con le straordinarie diminuzioni del codice modenese, raro esempio di questa prassi in questo repertorio. Le diminuzioni e soprattutto le appoggiature spesso accompagnate da punti coronati, al contrario di quanto lamenta Caccini due secoli dopo, sono usate con consapevolezza retorica e contribuiscono ad esaltare i significati del testo.
La musica di questo piccolo uomo, con meno di dieci dita tra le mani e i piedi, eccellente nella scrittura e nell’illuminazione, viaggiò in tutta Europa, in misura maggiore di quella di qualsiasi suo contemporaneo. Siamo felici di riproporlo in tutta la sua visionarietà e forza vitale, cercando di farlo parlare attraverso l’eloquenza e la retorica di cui è fatto.
Michele Pasotti
Antonio Zacara da Teramo
Je suy navrés/Gnaff’a le guagnele
Sumite Karissimi
Anonimo (Faenza117)
Senza Titolo (strumentale)
Antonio Zacara da Teramo
Movit’a Pietade
Prepositus Brixiensis
Or s’avanta omay chi vol amare
Anonimo (Faenza117)
Viver ne puis (strumentale)
Antonio Zacara da Teramo
Nel cucul io te sconiuro
Ciaramella
Anonimo (Faenza117)
Ave Maris Stella (strumentale)
Antonio Zacara da Teramo
Nostra Avocata
Gloria ‘Ad Ongni Vento’
Credo III
Anonimo (Faenza117)
Constantia (strumentale)
Anonimo
Ave Stella Matutina
Anonimo (London Add 29987)
Chançoneta tedesca (strumentale)
Antonio Zacara da Teramo
Gloria I
Credo II
La fonte musica è un ensemble fondato e diretto da Michele Pasotti. Al centro dell’idea di interpretazione de La fonte musica sta il “tornare alle fonti”, alle radici della polifonia, ai testi, per comprendere e tradurre per noi, oggi, la creatività, raffinatezza e bellezza della musica antica.
L’ensemble è stato ospite di grandi sale europee come Konzerthaus di Vienna, Boulez Saal di Berlino, Concertgebouw di Bruges, De Bijloke di Gent, Salle Bourgie di Montreal. Nel 2024 è stata in tour in USA e Canada. Nel 2025 porterà in tour Orfeo di Monteverdi al De Singel di Anversa, Concertgebouw di Bruges, Teatro Fraschini di Pavia, Festival Oude Muziek di Utrecht e Teatro Fraschini di Pavia.
I principali festival in cui ha suonato sono: Resonanzen (Vienna), Oude Muziek (Utrecht), Berkeley Festival (USA), Ravenna Festival, Bruges MA Festival, Innsbrucker Festwochen Alter Musik, Schwetzingen Festspiele, Regensburg, Early Music Vancouver (Canada), Tage Alte Musik, Laus Polyphoniae Antwerpen, Musikfestspiele Potsdam Sanssouci, Wratislavia Cantans (Wroclaw), Herne Tage Alter Musik, Concerts Medieval du Musée de Cluny (Parigi), FEMAS (Sevilla), Musica Sacra Maastricht, Urbino Musica Antica, Teatro la Fenice (Venezia), MiTo Settembre Musica, Festival Póvoa de Varzim, Festival de Lanvellec, Trigonale (Klagenfurt), Vespri in San Maurizio (Milano), Le festival Voix et Route Romane (Strasburgo), Brighton Early Music Festival.
Nel 2021 è uscito presso Alpha Classics “Enigma Fortuna. Zacara da Teramo Complete Works”, un cofanetto di 4 cd contenente la prima registrazione dell’opera omnia di Antonio Zacara da Teramo. «Enigma Fortuna» ha raccolto i principali premi della critica europea: Diapason d’Or (Diapason), Editor’s Choice di Gramophone, Preis der Deutschen Shallplattenkritik, Disco del Mese di Toccata e nominato all’ICMA (International classical music awards), Le Choix de Radio France, 5 stelle di Musica.
La fonte musica ha vinto il prestigioso Premio della Critica Musicale Italiana “Franco Abbiati” come miglior ensemble del 2022.
I concerti de la fonte musica sono stati trasmessi da BBC (Gran Bretagna), Rai Radio Tre (Italia), ORF 1 (Austria), RBB kulturradio (Germania), WDR e SWR (Germania), Radio Klara (Belgio), Polskie Radio (Polonia), NPO Radio 4 (Olanda), Antena 2 (Portugal).
Il cd “Metamorfosi Trecento. Trasformazioni del mito nell’Ars Nova” (Alpha Classics) è stato premiato con il Diapason d’Or (Diapason), Disco del Mese (Amadeus), e inserito da Diapason tra “I 100 dischi che ogni amante della musica dovrebbe conoscere”. Metamorfosi Trecento è stato anche finalista per il miglior cd dell’anno (categoria musica antica) agli International Classical Music Award (ICMA).
Il primo progetto discografico “Le Ray au Soleyl. Musica alla corte pavese dei Visconti (1360-1410)” ha ricevuto il “Supersonic Award” della rivista lussemburghese Pizzicato e Diapason gli ha assegnato 5 diapason. E’ stato anche Disco del Mese sulla rivista Amadeus e finalista per il Disco del’Anno.
Michele Pasotti si è diplomato in Liuto sotto la guida di Massimo Lonardi ed ha approfondito lo studio della prassi esecutiva dal XIV al XVIII secolo presso la Civica Scuola di Musica di Milano, l’ESMUC di Barcellona e l’Università di Roma “Tor Vergata”. E’ laureato con lode in filosofia teoretica all’Università di Pavia con una tesi su Martin Heidegger.
E’ direttore e fondatore de la fonte musica, ensemble di musica antica.
Con la fonte musica ha suonato nelle più prestigiose sale e festival d’Europa, Stati Uniti e Canada. I dischi de la fonte musica (usciti per Alpha Classics e ORF/Alte Musik) hanno ricevuti numerosi premi internazionali e critiche eccellenti (2 Diapason d’Or, 5 Diapason, Editor’s Choice di Gramophone, Preis der Deutschen Schallplattenkritik, due volte Disco del Mese di Amadeus, Pizzicato Supersonic Award, finalista all’ICMA, Cd del mese di Toccata, 100 disques à connaître absolument di Diapason, Le Choix de Radio France).
Oltre all’attività con la fonte musica, è chiamato come direttore chiamato a concertare diverse formazioni tra cui Capella Cracoviensis e Harmonia Cordis ed è stato assistente musicale presso Il Teatro alla Scala e il Theater an der Wien.
Come solista (liuti, tiorba, chitarra barocca) ha un repertorio che va dal Medioevo al tardo Settecento e ha registrato un cd dedicato al grande chitarrista seicentesco Francesco Corbetta (Dynamic).
Collabora regolarmente con Il Giardino Armonico, Collegium Vocale Gent, I Barocchisti, Les Musiciens du Louvre, Balthasar-Neumann Ensemble, Les Musiciens du Prince, Akademie für Alte Musik Berlin, Arcangelo, Zefiro, Sheridan Ensemble.
In festival e stagioni in Europa, Stati Uniti e Asia, è stato diretto da Claudio Abbado, John Eliot Gardiner, Giovanni Antonini, Philippe Herreweghe, Mark Minkowski, Thomas Hengelbrock, Diego Fasolis, Christophe Rousset, Andrea Marcon, Monica Huggett, Nathalie Stutzmann.
Ha suonato in oltre 80 dischi (per Deutsche Grammophon, Decca, EMI/Virgin Classics, Alpha Classics, Warner, Naïve, Sony/Deutsche Harmonia Mundi, SWR, Glossa, Ricercar, Avie, The Classic Voice, Amadeus, Phi, Passacaille) e ha preso parte a numerose trasmissioni radiotelevisive (BBC, Rai Radio 3, ORF, WDR, SWR, Radio Klara, Radio Polskie, Rete 2 della Rsi, France 2, France Musique, Mezzo, Arte)
E’ professore di liuto al Koninklijk Conservatorium di Bruxelles. Dal 2013 è titolare della cattedra di Liuto presso il Conservatorio “Maderna” di Cesena. Dal 2020 al 2023 ha insegnato Liuto all’Issm “Vittadini” di Pavia.
Dal 2013 al 2018 Michele Pasotti ha tenuto un corso sull’Ars Nova alla Civica Scuola di Musica di Milano. Svolge un’intensa attività seminariale sulla prassi esecutiva e sul liuto in istituti di perfezionamento, conservatori, scuole e festival a cui affianca conferenze di approfondimento musicologico o di divulgazione anche in trasmissioni radiofoniche su Rai Radio3.